Infarto cerebrale

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Infarto cerebrale

Parte 2 

Come migliorare lo stato in casi di allergia ai farmaci dopo l’infarto cerebrale.

In una di questi flebo alla nostra paziente hanno somministrato un citocromo, al quale le persone possono essere allergiche. Il dottore aveva prescritto di fare prima una infusione di prova a basso dosaggio, ma l’infermiera aveva fretta e ha cominciato direttamente la somministrazione saltando il test. Nel giro di poche ore la signora ha sviluppato un’allergia, sviluppando gonfiore al corpo, al collo e in faccia, tanto che non si vedevano più le rughe e ha cominciato ad avvertire sintomi di soffocamento. Il medico di turno ha applicato lo schema standard, che prevedeva, fra l’altro, farmaci quali il dimedrol (difenidramina) e glucagone, fortunatamente solo a metà del dosaggio usuale. La paziente non è migliorata sensibilmente, aveva la coscienza confusa e respirava sempre male. La paziente peggiorava a vista e si temeva per la sua vita. Abbiamo stimato lo stato come critico. 

In casi simili bisogna stimolare gli organi vitali Um: cervello, cuore, polmoni, reni. Visto che si sapeva che questo stato era causato dall’allergia, ci siamo focalizzati sui polmoni, facendoli massaggiare molto attivamente come se stessimo eseguendo una procedura di rianimazione. Subito la paziente ha avvertito sollievo nella respirazione e una minore confusione in testa. Sua figlia (che era la persona che somministrava il trattamento Sujok) non aveva con se gli strumenti di Sujok, le aveva applicato i semi verdi (di fagiolo mung) sui polmoni e fagioli sui reni ma quella notte la signora non riusciva a dormire bene, anche se continuava a migliorare lentamente. 

Visto che il suo stato non ci sembrava soddisfacente,  l’abbiamo stimato come deficit energetico generale, e in questo caso i medicinali o altre procedure difficilmente sono in grado di aiutare perché è come se, per incitarlo a correre, frustassimo un cavallo che sta morendo. Abbiamo detto a sua figlia di portare con se i magneti a barretta il giorno successivo.

 La mattina dopo quando sua figlia è andata a trovarla, la signora non presentava miglioramenti sensibili. Però riusciva a percepire, per la prima volta in una settimana, di avere fastidio al palato molle, riportando di percepirlo come se fosse gonfio. Ha detto che aveva questo dal primo giorno, ma lo avvertiva distintamente solo ora che molti degli altri fastidi che si erano presentati non la turbavano più e così riferiva  questo vecchio sintomo.

Abbiamo stimato che sta migliorando.

Tutto il giorno faceva moto caldo, la signora sudava freddo, era tutta rossa, debole e questo chiaramente non era uno stato normale. Le hanno misurato la glicemia che risultava essere pari a 20 a fronte di valori normali che si attestano fra 6 e 7. Stava andando in coma iperglicemico. 

Fine parte 2.

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